Nel dicembre 2006 è stato inaugurato l’Urban Hotel Design, al termine dei lavori di ristrutturazione conservativa con cambio di destinazione d’uso dei quattro edifici storici del ‘600 e ‘700 ubicati nella Cittavecchia di Trieste. Il nome dell’Hotel deriva proprio dal nome dell’iniziativa comunitaria P.I.C. “Urban”, che ha reso possibile il progetto.
Il progetto è stato commissionato all’architetto veneto Mauro Oliveti, laureato all’ IUAV di Venezia e figlio di una famiglia di albergatori. La direzione dei lavori è stata gestita come se si trattasse di costruire una imbarcazione da crociera di lusso: spazi piccoli ben sfruttati e completi di tutti i comfort.
Con la ristrutturazione dell’edificio, situato in una zona archeologica, sono stati rinvenuti reperti storici quali una antica strada romana e il vecchio molo del porto di Tergeste, risalenti al I-II secolo d.C. e ora visibili nella sala colazione dell’albergo.
L’ottimo risultato è stato avvalorato dall’apporto tecnico di ditte leader, italiane e locali: il maestro Simon Benetton, Settimo Costruzioni, Capiotto impianti idraulici, Fabbian lampadari, Moroso per le sedute e parte degli arredi.
Treviso, classe 1933, l’autore della scultura che accoglie gli ospiti all’entrata si forma all’Accademia di Belle Arti di Venezia per poi continuare la sua carriera. E’ stato docente di scultura all’Accademia di Belle Arti di Macerata e dagli anni ottanta ha collaborato anche con numerose scuole statali. I suoi ultimi studi lo hanno proiettato nello spazio urbano come espressione di liberà e di progresso fino ad arrivare al connubio tra ferro e cristallo.
“La scultura di Simon Benetton non esalta il ferro, ma il cadenzato dinamismo ritmico che egli vi realizza. Scrive con il ferro segni e costruisce segnali nello spazio, anziché scrivere segni nel ferro. Fare scultura per Simon Benetton è articolare una costellazione di elementi formali segnici in un contesto spaziale.” Enrico Crispolti
Il pittore goriziano Nicola Tomasi, raffinato, minimalista e visionario, crea una serie di architetture fantastiche attraverso una tecnica calibrata e ineccepibile: palazzi della memoria, lievi eppure possenti, che grazie a delle prospettive elegantemente forzate si librano verso il cielo secondo un’impaginazione razionalista e nello stesso tempo originale, realizzata seguendo i crismi dell’intuizione e del comporre contemporanei. Non a caso, infatti, le sue invenzioni e le sue strutture prendono avvio da una delle espressioni artistiche più glamour degli anni 2000, cioè la fotografia, di cui Tomasi è da sempre molto appassionato; è proprio attraverso l’arte del terz’occhio che si è accostato alla pittura. Modernissimo, attuale e “saggio” è l’artista che, grazie ai suoi palazzi silenziosi, negli ultimi anni si è aggiudicato diversi primi premi. I suoi quadri arricchiscono la hall, il bar e la sala colazione.
Marianna Accerboni
L’impianto illumino-tecnico prevede l’uso sapiente di luci a led e di corpi illuminanti di ultima generazione che permettono di esprimere e valorizzare i materiali e i colori. All’ingresso, a fianco della grande scultura del maestro Simon Benetton e sopra il mobile reception, fatto su disegno e tecnologia nautica, è stata posta una Sospesa di 3 m realizzata su misura. A contrastare l’omogeneità di questa luce, nella hall risaltano gli effetti luminosi delle plafoniere e degli incassi Zen, nei corridoi la luce a led degli incassi Cricket esalta l’originaria parete di pietra a vista e gli antichi rinvenimenti architettonici. Anche il bancone bar è stato illuminato con gli stessi spot a led ad alta potenza e luce fredda, contrastata dal calore delle applique Motion e delle quattro originali applique Dono che, grazie a suoi bicchieri, disegnano sulle pareti particolari riflessi di luce. Nelle stanze, tutte dotate di tecnologia ultramoderna e arredate in stile minimalista a richiamare le cabine di un’imbarcazione da crociera di lusso, l’irregolarità delle forme è esaltata dall’asimmetria delle applique-abatjour Motion.
Il particolarissimo banco della reception è stato realizzato su precisa richiesta del titolare, il sig. Costantin, figlio di una generazione di albergatori di Jesolo e velista appassionato. Il banco, infatti, inspirato al mondo della vela, riprende la chiglia delle barche.
La realizzazione è stata commissionata a un cantiere nautico italiano che costruisce barche a vela e a motore utilizzando materiali compositi avanzati.
Tutte le camere sono dotate di materassi realizzati dalla manifattura Falomo, 100% Made in Italy, per garantire un riposo comodo anche fuori casa.
La struttura del letto è fatta su misura in legno da falegnami italiani, sul progetto della ditta Moroso, con testiera e comodini asimmetrici.
